Una passione nata con lui, una passione che gli è sempre stata dentro, quasi a far parte del suo DNA. Lui che era un bambino come tanti altri ma con qualcosa di diverso. Un bambino che osservava ogni oggetto mosso da un meccanismo motorizzato con lo stupore dell’infanzia, e che sognava di poterlo dominare, un giorno. Lui che ci ha confessato di quelle volte in cui prolungava i suoi tragitti a bordo di un tram o di un autobus per osservare il conducente e sognare: sognare che quell’insieme di ferro e circuiti fosse un drago da cavalcare verso l’ignoto, verso epiche avventure.

Poi, con gli anni, lo stupore e la meraviglia tipiche dell’infanzia, avevano lasciato il posto ad un desiderio fisico, quasi carnale: un motore da domare e rendere docile ai propri comandi per riempire il proprio cuore di felicità… Questo è Lucky Battistolli. Con grande volontà e passione ha fortemente voluto diventare un pilota, ma non un pilota qualunque: un grande pilota di rally. E lo ha fatto a dispetto di tutto e tutti, con grandi sacrifici ma animato da quella fiamma che lo aveva conquistato sin da bambino.

Il mitico drago dell’infanzia aveva lasciato il posto alle quattro ruote da rally che Lucky ha portato ad aggredire o accarezzare tornanti insidiosi e asfalti improbabili, sterrati polverosi o lastricati di ghiaccio. E a vincere tanto, di giorno e di notte, con tappe forzate e prove speciali che lo portavano a sfidare ogni legge di resistenza fisica. Ma quanto era dolce il piacere di superarle, una dopo l’altra.

Ogni volta c’era un percorso diverso da affrontare, ogni volta Lucky metteva in gioco la sua volontà e la capacità di condurre il drago fino alla fine, laddove la linea del traguardo gli avrebbe finalmente dato la felicità. Ma era la sensazione di un attimo; nuove sfide, nuovi percorsi, nuovo fango e polvere e ghiaccio lo attendevano, perchè il rally era nel suo cuore sin da bambino e non lo avrebbe mai abbandonato.